giovedì 11 aprile 2013

Recensione: "Delirium" di Lauren Oliver






Titolo: Delirium
Autore: Lauren Oliver
Prezzo: 9,90€
Pagine: 400
Data di pubblicazione: Marzo 2013
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Scheda aNobii del libro: 
Voto in stelline: quasi 3 stelline





Trama:

Nel futuro in cui vive Lena, l'amore è una malattia, causa presunta di guerre, follia e ribellione. È per questo che gli scienziati sottopongono tutti coloro che compiono diciotto anni a un'operazione che li priva della possibilità di innamorarsi. Lena non vede l'ora di essere "curata", smettendo così di temere di ammalarsi e cominciare la vita serena che è stata decisa per lei. Ma mancano novantacinque giorni all'operazione e, mentre viene sottoposta a tutti gli esami necessari, a Lena capita l'impensabile. Si infetta: si innamora di Alex. E questo sentimento è come ritornare a vivere, in una società di automi che non conosce passione, ma nemmeno affetto e comprensione, Lena scoprirà l'importanza di scegliere chi si vuole diventare e con chi si vuole passare il resto della propria vita...


cosa penso del libro:

I distopici YA hanno fatto il loro corso, devo decidermi a dire BASTA e non leggerli più. Come si dice quando finisce un amore? "Il problema sono io, non sei tu!".
Non so se sia questo il caso, ma la magia sembra essersi dissolta.
L'inizio del romanzo è promettente: Lena, la protagonista, vive in mondo in cui l'amore è considerato una malattia e tutti subiscono un intervento chirurgico, al compimento dei 18 anni, che uccide i loro sentimenti per sempre. In questo modo nessuno soffrirà più, non ci saranno gelosia, invidia, tradimenti e tutti vivranno serenamente per il resto delle loro vite.
Lena accetta la realtà in cui vive, perchè così è stata educata, ed è felice del fatto che presto sarà curata dato che teme la malattia (per varie ragioni che vengono ben spiegate dall'autrice) e non vede l'ora di esserne immune. I pensieri della protagonista danno origine ad una serie di ragionamenti interessanti nel lettore: cosa c'è di male nel non avere più preoccupazioni? Non avere aspirazioni e desideri significa anche non rimanere mai delusi dalla realtà, sarebbe davvero così tremendo?
Lena pensa che la cura sia buona e giusta, fino a quando viene contagiata dal delirium amoris e perde di vista tutte le sue convinzioni. Ecco io penso che la fase dell'innamoramento sia francamente mal gestita e poco coerente. Una protagonista che per tutta la prima parte del libro dice di aspettare con ansia di essere curata, che dice di temere la malattia, come minimo dovrebbe cercare di stare il più lontana possibile da ogni fonte di contagio, non andare ad incontrare di nascosto il primo maschio carino che le rivolge la parola.
Una cosa del genere avrebbe potuto farla la sua amica Hana, molto più spavalda e piena di dubbi sull'effettiva bontà della cura, ma adesso vanno di moda le protagoniste deboli e insicure che in un secondo momento tirano fuori (non si sa come) una grinta che avevano nascosto bene anche a se stesse, per cui la Oliver si è concentrata sulla incoerente Lena.
Oltre ad essere poco credibile la protagonista è anche lagnosa e tanto, tanto egoista. E pure poco sveglia. Una cosa deve fare, controllare di non essere scoperta perchè ne andrebbe della sua vita e di quella della persona che dice di amare, e non lo fa! Io so di essere innamorate e so che preferirei morire sola e senza emozioni piuttosto che sperare che il mio bello venga a salvarmi rischiando vita e libertà, soprattutto dopo quello che ha visto, e non ci credo che altre persone veramente innamorate la penserebbero diversamente.
Lena non è innamorate, è solo una ragazzina agitata dagli ormoni.
Anche Alex non è un gran che come protagonista dato che mette in pericolo se stesso e la sua gente, gli invalidi, per inseguire quella ragazzina per cui ha una cotta. Io non le concepisco queste cose, mi dispiace. Anche i ragazzini innamorati devono avere dei principi, una senso di responsabilità qualsiasi, e non ci credo che dopo un mese di relazione si strappino i capelli per una persona di cui non sanno nulla e di cui verosimilmente si dimenticheranno dopo due settimane.
NON NE POSSO PIU'.
Questo è il primo libro per cui nella parte finale vengono lanciati indizi e spunti per i libri successivi ma, in fin dei conti, cos'è davvero successo in questo libro? Quasi nulla a dire il vero. I protagonisti si incontrano, si innamorano e tentano di fuggire, tutto lì, la misera trama è stata stiracchiata in modo da farla durare il più a lungo possibile, ma la storia si trascina lenta e noiosa, è stato difficile arrivare alla fine.
Il voto non infimo è dovuto essenzialmente alle prime 100 pagine circa, all'idea di fondo, peccato che la Oliver non l'abbia sfruttata per scrivere un unico bel libro e si sie piegata alla nuova moda della trilogia che, ripeto (lo avevo già detto per la trilogia delle gemme) per me ha un senso solo se i singoli libri sono densi di avvenimenti e raccontano storie in qualche modo separate, magari perchè si svolgono in anni differenti, così mi puzzano troppo di operazioni commerciali per non storcere il naso.



Giudizio finale espresso con una bocca affamata:

Possiedo una collezione di bocche abbastanza vasta, non so neanche spiegarmi in perchè, semplicemente mi piacevano e le ho salvate in una cartella. Comunque dato che, com'è ovvio, non ho mai avuto occasione di utilizzarle, ma le trovo tutt'ora molto belle ed espressive, ho pensato che potessero tornar utili per sintetizzare il mio pensiero sul singolo libro. Ci provo!
La bocca adatta a "Delirium" è questa:


Si capisce che non mi è piaciuto?

E a voi? Come controbattete?
Ciao!
Fede

7 commenti:

  1. Quando ho letto Delirium, l'unico altro distopico YA che avevo letto era Hunger Games. La distopia due anni fa non era ancora diventata di moda e quindi se ne poteva ancora apprezzare la presenza. Ma soprattutto all'epoca mi appariva come uno strumento davvero notevole per far riflettere i lettori.
    E la Oliver mi ha delusa profondamente perché ha banalizzato il tutto mettendolo al servizio dell'amore. Bah. Me lo sarei aspettato oggi, che spuntano distopici come funghi, e non allora. Ma è andata così. E ora però il seguito lo leggerei, giusto per curiosità. O lo leggerei direttamente quando uscirà il terzo, così faccio prima :D

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    1. Matched era stato scritto un anno prima di Delirium, quindi neppure la novità di inserire un amore senza basi in un ambiente distopico le si può attribuire...
      Con questi prodotti importati è difficile raccapezzarsi, ma credo che quando fu scritto il filone attualmente usato e abusato era già ampiamente affermato, nulla di nuovo sotto il sole.
      Alla fine è inevitabile, piace di più il primo che viene letto e tutti li altri è meglio evitarli, intanto non stupiranno più. Al massimo annoieranno.

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  2. A me è piaciuto tanto :D
    E' vero che a livello d'azione non succede fondamentalmente niente, ma è Lena quella che cambia, nell'arco del libro si trasforma da ragazza votata al sistema a ragazza che lotta contro il sistema.
    Che poi la vena distopica non sia una novità, no, non le è assolutamente, ma ormai viviamo in un mondo di trame riciclate :P

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    1. La parte distopica non mi è dispiaciuta, anzi!
      E' la protagonista che non sopporto, non mi è parsa credibile ma scelta "per convenienza".
      Di conseguenza non mi sono immedesimata affatto e anzi ho criticato dentro di me ogni suo comportamento e la lettura è risultata insopportabile ed eterna!

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    2. Be' è giusto che ognuno abbia la propria percezione di un libro, a me Lena è piaciuta, e anche la nuova Lena di Chaos, un libro molto diverso da Delirium... potresti darci una seconda opportunità... no eh?! ;P

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  3. Muahauaha! :D
    Io nemmeno due stelline gli ho dato.. Hana è una protagonista mancata!!!

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  4. Allora, diciamo che mi è piaciuto, però mi ha lasciato perplessa!! leggerò il secondo, vedremo!!
    complimenti per la recensione!

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