mercoledì 10 aprile 2013

Recensione: "Una moglie a Parigi" di Paula McLain

No ragazzi, non sono sparita, solo che ci sono lavori in casa e non trovo mai una mezz'ora di tranquillità consecutiva per concentrarmi e raccontarvi qualcosa sulle mie ultime letture. Ora forse dovrei farcela, incrocio le dita e vi lancio nella recensione del libro appena concluso! Sto parlando di...






Titolo: Una moglie a Parigi
Autore: Paula McLain
Prezzo: 9,00€
Pagine: 368
Data di pubblicazione: Marzo 2013
Editore: Beat Edizioni
Scheda aNobii del libro: 
Voto in stelline: 4 stelline






Trama:

Ottobre 1920. A Chicago, arriva dalla natia Oak Park un ragazzo di vent'anni alto e snello, con splendidi occhi castani, capelli nerissimi e una fossetta sulla guancia sinistra. A casa della famiglia Smith dov'è ospite, il ragazzo, che si chiama Ernest Hemingway, incanta gli astanti coi suoi racconti sulla Grande Guerra. Rapita più di tutti dall'aria spavalda e dallo sguardo scintillante del ragazzo è un'amica di Kate Smith: Hadley Richardson, una ventottenne che, dopo la morte dei genitori, vive con la severa sorella Fonnie e la sua famiglia a St. Louis. Una volta tornata a casa, riceve, meravigliosamente stropicciata, la lettera di Hemingway che esordisce con: "Penso sempre a Roma; ma che ne diresti di venirci con me... come mia moglie?". Senza soldi e alla ricerca di vita, felicità e successo, Hadley e il giovane Hemingway partono alla volta della vecchia Europa. Non si stabiliscono a Roma, ma a Parigi. Per Ernest è il periodo dell'elaborazione delle ferite interiori lasciate dalla guerra e della frequentazione dei salotti letterari. Quando, però, dopo un figlio, arrivano anche il denaro e la fama, nell'inquieto scrittore esplode il desiderio di una vita libera, accanto a nuove e stimolanti conoscenze come John Dos Passos e Scott e Zelda Fitzgerald. Una vita che Ernest finirà col non condividere più con la riservata Hadley. Così diversa da Pauline Pfeiffer, irresistibilmente chic con quella frangetta scura e un'esuberanza da ragazzino.


cosa penso del libro:

Non è facile per me parlare di questo romanzo, non è facile collocarlo o paragonarlo ad altri titoli perchè non avevo mai letto nulla di simile. I protagonisti vengono trattati come se fossero personaggi immaginari, ma hanno nomi importanti e i fatti narrati sono effettivamente accaduti, anche se sono inventati i dialoghi, le reazioni e i sentimenti di coloro che li vissero. 
L'autrice ha immaginato che Hadley Richardson, la prima moglie di Ernest Hemingway, durante la vecchiaia scrivesse le sue memorie concentrandosi sui 5 anni vissuti al fianco del grande scrittore, quando ancora non era nessuno e i suoi racconti venivano rifiutati da case editrici e riviste senza che lui perdesse la speranza di affermarsi, ben consapevole del proprio talento e potenziale.
Sappiamo già dalle prime pagine che non si tratta di una vera autobiografia ma di una sorta di biografia romanzata, e sappiamo fin da subito che la storia tra i due protagonisti non durò, dato che Hemingway è famoso per le sue quattro moglie e tante amanti, tuttavia è facile dimenticarsene e iniziare a nutrire delle speranze per questa coppia. 
Dato che nell'immaginario dell'autrice è Hadley stessa a scrivere, ormai consapevole dell'epilogo della sua storia, il tomo dell'intero romanzo è nostalgico: la donna parla con trasporto di questo amore e si perde in lodi smodate nei confronti del bel scrittore che la conquistò, ma c'è tanti rimpianto nelle sue parole. Spesso sottolinea i segnali che avrebbe dovuto cogliere e non colse, o i momenti in cui avrebbe dovuto comportarsi diversamente, come a voler dire che se potesse tornare indietro farebbe in modo che Hemingway non la lasciasse mai. 
Oltre tutto Hadley tende fin dall'inizio a giustificare ogni capriccio, ogni malumore e ogni sgarbo del talentuoso marito, e accetta di buon grado che il suo solo scopo nella vita sia stargli accanto, sostenerlo e aiutarlo a emergere mettendo da parte ogni altra aspirazione.
Tutto ciò genera una grande tristezza nel lettore.
La storia è ambientata quasi del tutto in una Parigi bohèmien, dove tutti fanno festa e l'alcol scorre a fiumi. Fanno la loro comparsata tantissimi scrittori, poeti, pittori e artisti vari che furono amici della coppia in quel periodo, i divertimenti e i viaggi non mancavano, la vita e era facile e piacevole per loro, tuttavia il tipo di narratore scelto non consente di goderne a pieno.
Ovviamente non si ha la certezza che tutto sia andato davvero così come ce lo racconta l'autrice, magari il carattere di Hadley Richardson è stato del tutto travisato, così come la sua storia d'amore con Ernest Hemingway, in ogni caso, a quanto ho letto, le fonti a cui Paula McLain ha attinto sono numerose e supportate da testimonianze orali e fotografiche, per cui non posso che complimentarmi per questo romanzo così coinvolgente, così realistico e anche istruttivo.
Ora non mi resta che leggere qualcosa scritto dal grande Hemingway, magari "Fiesta" che ricorre sovente in questo romanzo e di cui vengono svelati tutti i retroscena: mi sembra già di conoscerlo.


Giudizio finale espresso con una bocca affamata:

Possiedo una collezione di bocche abbastanza vasta, non so neanche spiegarmi in perchè, semplicemente mi piacevano e le ho salvate in una cartella. Comunque dato che, com'è ovvio, non ho mai avuto occasione di utilizzarle, ma le trovo tutt'ora molto belle ed espressive, ho pensato che potessero tornar utili per sintetizzare il mio pensiero sul singolo libro. Ci provo!
La bocca adatta a "Una moglie a Parigi" è questa:


E' stato straziante leggere una storia d'amore così apparentemente perfetta sapendo fin da subito che sarebbe finita. Ma non per questo la narratrice avrebbe preferito che nulla fosse accaduto. Un epilogo infelice non riesce a cancellare i bellissimi ricordi degli anni precedenti la fine di tutto. Non so se io sarei così ragionevole, magari i tempi e i costumi sono troppo diversi ora, tuttavia è ammirevole.

Che ne pensate di questo romanzo?
Avete intenzione di leggerlo?
Ciao!

4 commenti:

  1. Ce l'ho in liberia. Sapendo che è così bello, lo inizierò sicuramente a breve ;)

    RispondiElimina
  2. Me lo hanno regalato per il compleanno e se già prima non vedevo l'ora dileggerlo, ora non posso più resistere alla tentazione! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devi cedere alla tentazione così poi posso sapere se condividi ^_^

      Elimina
  3. Sono contenta che ti sia piaciuto - non starò a ripetere che mi interessa molto, lo sai già ;)

    Io di Hemingway ho letto "Addio alle armi" e l'ho amato molto; te lo consiglio.

    RispondiElimina